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IL VELO DI WALTZ

 

Il Velo di Waltz è il nuovo cortometraggio che ho scritto e che è stato diretto da Sergio Stivaletti.

Ideato come episodio pilota per una serie televisiva dell'orrore, esperienza piuttosto sconosciuta in Italia,  questo film gode adesso di una propria autonomia e di una propria indipendenza.

Da molto tempo mi domando perché in Italia il genere horror sia additato con un certo disprezzo e con una certa presunzione di superiorità conferita ad altri generi letterari e cinematografici.

In tutto il mondo il genere  gotico in generale e quello horror in particolare godono di rispetto e di una giusta visibilità.

Sotto un profilo produttivo, si tratta di un genere che dovrebbe riscontrare sempre una grande simpatia da parte dei produttori anche in semplice virtù delle regole basilari di domanda e di offerta.

Il genere horror, infatti, ha un proprio pubblico fedele in quasi tutti i paesi occidentali e in quelli orientali. Da tempo il Giappone e la Corea del Sud hanno dato lezioni di cinema horror a tutto il mondo.

Soltanto in Italia il cinema dell'orrore sembra avere enormi difficoltà ad attecchire e questo appare quanto meno paradossale, tenuto conto che il nostro paese ha vantato autori del calibro di Mario Bava, Riccardo Freda, Dario Argento, conosciuti ed amati in tutto il mondo. Senza dimenticarci di tantissimi altri autori spesso, a mio avviso assai ingiustamente, definiti minori come Lucio Fulci, Umberto Lenzi, Ruggero Deodato, Michele Soavi, Lamberto Bava e tanti altri che hanno cercato di mantenere vivo questo genere.

Fra gli autori più giovani voglio ricordare Ivan Zuccon e Gabriele Albanesi, che si stanno impegnando a dare nuova linfa al genere Horror nel nostro Paese.

Non capendo e non condividendo l'ostracismo culturale di cui l'horror è vittima, anche io, da appassionato del genere, sto cercando di dare il mio contributo.

Da questo desiderio e dall'incontro con un maestro del calibro di Sergio Stivaletti nasce Il Velo di Waltz.

 

TRAMA

Jack Waltz, produttore televisivo abietto e amorale, si risveglia in  stato confusionale sul tavolo operatorio della clinica privata del suo amico Jim Sherman, un chirurgo estetico.

Mentre si libera dagli effetti della droga, la sua mente ripercorre gli eventi che lo hanno condotto in quel luogo fra cui il suo rapporto con il dottor Sherman e con Christine, una donna affascinante conosciuta durante una festa. Presto Jack dovrà affrontare un calvario che lo obbligherà a fare i conti con le proprie colpe e con la sua stessa individualità.  

CAST

Anna Foglietta                        ...     Christine Novalis

Riccardo Serventi Longhi        ...     Jack Waltz

Alessandra Carlesi                  ...     Susan

Daniele Favilli                         ...     Jim Sherman

 

Regia: Sergio Stivaletti

Soggetto e sceneggiatura originale: Carlo Baldacci Carli

Direttore della fotografia: Robin M.J. Brown

scenografie : Valentina Fragasso -Oliver Montesano

Costumi: Moris Verdiani, Roberto Conforti

Musiche originali: Massimiliano Lazzaretti

Effetti speciali e make up : Alessandra Giacci, David Bracci, Dario Rega , Filippo Narducci, Marco Brinci

Segretario di edizione: Stefano Felicioni
Aiuto regia: Alberto Ventimiglia

Postproduzione video e audio Sound Production di Giuseppe Manfrè

Mezzi tecnici : AMG ITALIA
Pellicola 35 mm Fuji

Prodotto da: Azteca Produzioni cinematografiche srl in coproduzione con Apocalypsis di Sergio Stivaletti - Carlo Baldacci Carli

 

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NOTA DELL'AUTORE

Nello scrivere Il Velo di Waltz, ho voluto rielaborare in chiave orrifica il mito di Narciso con riferimenti diretti all'opera di Novalis "I Discepoli di Sais" e con rferimenti al capolavoro di Oscar Wilde "Il Ritratto di Dorian Gray".

Per naturali ragioni di economia temporale non tutte le citazioni che avrei voluto introdurre sono state possibili.

Il nome di Jack Waltz è un omaggio al libro di Mario Puzo "Il Padrino", dove è presente il personaggio di Jack Woltz, un produttore cinematografico abietto e pedofilo. 

L'impianto narrativo vuole a sua volta rendere omaggio al film "Audition" di Takashi Miike. Non per nulla Christine indossa un paio di guanti di lattice neri, anche se non alti fino al gomito.

Tengo a precisare che si tratta di un'opera di intrattenimento e che non si vuole polemizzare in nessun modo con la disciplina della chirurgia estetica, né si vuole mettere in discussione la competenza e la professionalità dei medici che la esercitano.

 

PREMI:

vincitore del primo premio ACEA ENERGIA! all'Ostia Film Fest.